Si avvicina la scadenza per l’invio del nuovo “spesometro”. Entro il 18 settembre (il 16 cade di sabato) i contribuenti dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati delle fatture emesse e ricevute nel periodo che va da gennaio a giugno 2017 ( cfr art. 1, co 3, del D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 127 e art. 21 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78).

Ricordiamo che solo per il 2017, primo anno di applicazione delle nuove norme in tema di Comunicazione dei dati fattura, la trasmissione avrà cadenza semestrale, mentre a regime l’adempimento avrà cadenza trimestrale. Si veda, al riguardo, la Notizia 8 febbraio 2017 in cui si riportano anche i primi chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate (Circolare 1/E del 7 febbraio) in relazione alla corretta compilazione della Comunicazione dei “Dati fattura” da trasmettere all’Amministrazione Finanziaria.

Con la Risoluzione n. 87/E del 5 luglio 2017, l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti in risposta ad alcuni quesiti sollevati dalla Confederazione e da altri operatori del settore, cui si rimanda per un esame approfondito delle risposte fornite.

In questa sede, preme precisare che è stata evidenziata la necessità di disporre quanto prima del software per l’invio dei “dati IVA” così da dare agli operatori il tempo utile per testarlo e segnalare eventuali intralci e malfunzionamenti. In alternativa, la Confederazione si attiverà per chiedere una proroga.

Ci auguriamo inoltre che, in sede di invio delle Comunicazioni dati IVA, vengano superati alcuni problemi tecnici che gli intermediari hanno incontrato in occasione dell’invio delle liquidazioni periodiche IVA relative al primo trimestre 2017, primo fra tutti l’impossibilità di utilizzare la firma digitale qualificata nei casi in cui l’intermediario sia una società.

Un’ulteriore criticità deriva dall’indisponibilità di una funzione di diagnostico che consenta, così come avviene per l’invio delle dichiarazioni annuali o per le stesse liquidazioni IVA, di verificare, prima dell’invio telematico, la presenza di eventuali errori che comportano lo scarto del file. Peraltro, i controlli del diagnostico sono effettuati dall’Agenzia delle Entrate solo dopo l’invio telematico del file, comportando lo scarto dello stesso al ricorrere di ogni ipotesi di errore, obbligando, per tale via, l’intermediario a predisporre un nuovo file ad ogni errore riscontrato e così fino all’acquisizione del file senza “errori”.  La possibilità di utilizzare l’apposita funzione presente nel portale “Fatture e corrispettivi” non consente di risolvere il problema perché presuppone comunque la formazione del file. Al fine di agevolare il lavoro degli intermediari è importante che sia messo a disposizione degli stessi il diagnostico così che possano preventivamente controllare la presenza di eventuali blocchi e rimuoverli nella fase di predisposizione del file evitando flussi di dati inutili con aggravi burocratici per tutti.