Cambia la composizione delle voci di costo della Tari, la tassa sui rifiuti, e dietro l’angolo spunta il rischio di ulteriori aumenti del tributo. Dal 15 agosto 2015, infatti, tra le voci di costo che i Comuni prenderanno in considerazione per determinare le tariffe della Tari, ci saranno anche i crediti considerati non più recuperabili riferiti agli anni scorsi, quando la tassa portava altri nomi (Tia 1; Tia 2 e Tares).

Questa novità – dichiara Fabiano Coletti di CNA Umbria – rischia di tradursi nell’ennesimo aumento della tariffa sui rifiuti. Le nuove disposizioni, infatti, non solo prevedono che il costo del ciclo di smaltimento della spazzatura debba essere interamente coperto dalla Tari, ma stabiliscono che debbano essere recuperati anche i crediti degli anni precedenti che le amministrazioni ritengono di non poter più recuperare. È facile immaginare che per far fronte a queste novità molti Comuni non troveranno niente di meglio che aumentare le aliquote. Un’altra considerazione riguarda l’ingiustizia di questa norma. Tanto per cambiare, infatti, i contribuenti onesti dovranno sborsare quattrini anche per quelli che negli anni precedenti si sono sottratti al pagamento del tributo”.

“La cosa ancora più assurda è che della schiera dei tartassati faranno parte anche coloro i quali dovranno pagare per periodi in cui forse non erano neanche tenuti al pagamento del tributo, ad esempio perché ancora non risiedevano nel Comune! È un’anomalia cui va posto rimedio prima possibile. Nel frattempo la CNA – conclude Coletti –  vigilerà affinché venga almeno portata avanti un’adeguata attività di verifica da parte dei Comuni in merito ai crediti ritenuti irrecuperabili e per far sì che vengano inclusi nei conteggi solo quelli che possono essere considerati a tutti gli effetti definitivamente persi”.