Marche, terra di start up innovative. Su venti regioni italiane, secondo il Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati del registro imprese e del Ministero dello Sviluppo Economico,  la nostra regione si piazza al terzo posto per la più elevata incidenza di start up in rapporto alle società di capitali. Ne abbiamo 55 ogni 10 mila srl, preceduti solo dal Trentino Alto Adige con 91 start up per 10 mila società e dal Friuli Venezia Giulia con 56. Se si considera il numero di start up in rapporto al numero di società di capitali presenti nella provincia, Trento figura al primo posto con 121 start up ogni 10 mila società di capitali, seguono Trieste con 112, Ancona con 84, Ascoli con 68.

“Alla fine di settembre” affermano il presidente Cna Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “le start up attive nelle Marche erano 210, in crescita costante rispetto alle 82 del 2013 e alle 137 dell’anno scorso. Si tratta di un segnale importante per il sistema produttivo regionale perché si tratta di imprese che hanno come oggetto sociale lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e sono altamente competitive anche verso i mercati esteri.”

In Italia al 30 settembre 2015 le start up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 4.703, in aumento di 1.495  unità rispetto alla fine del 2014.

Una spinta alla nascita di start up innovative è arrivata anche grazie ai finanziamenti ottenuti con l’intervento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. La garanzia copre l’80 per cento del credito erogato dalla banca alla start up fino a un massimo di 2,5 milioni  di euro. Nelle Marche, ricorda la Cna,  sono state 27 le start up innovative che hanno ottenuto finanziamenti per 4,1 milioni di euro. In Italia le imprese finanziate sono state 733 per 217 milioni di euro di credito erogato.

“Per aver accesso alle misure agevolate” spiegano Sabatini e Gregorini “una start up deve avere meno di quattro anni di attività ed un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. Inoltre almeno il 15 per cento delle spese debbono essere ascrivibili ad attività di ricerca e sviluppo. O, in alternativa, almeno un terzo della forza lavoro complessiva deve essere costituita da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori oppure almeno i due terzi devono avere una laurea . Oppure l’impresa deve essere titolare o licenziataria di brevetto industriale registrato o titolare per elaboratore originario registrato”.

Di cosa si occupano le start up innovative? Oltre il 70 per cento fornisce servizi alla imprese, in particolare nei settori dell’informatica e della ricerca e sviluppo. Il 20 per cento opera nel manifatturiero, con una prevalenza delle imprese che producono computer e materiali elettronici ed apparecchiature elettriche. Infine, quasi il 10 per cento si concentra nel commercio.