Le piccole imprese italiane sono le più tartassate d’Europa. È quanto emerge dal Quarto Osservatorio permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese in Italia “Comune che vai fisco che trovi” presentato nei giorni scorsi dalla CNA. Ed è su questa differenza a che si basa anche la difficolta per le nostre ditte di essere competitive con altre aziende che provano a raggiungere i nostri mercati.

Il Total Tax Rate di Trento, che è il migliore in Italia, tocca il 54,1%: significa che le imprese trentine lavorano 198 giorni per pagare i tributi e dal 16 luglio, giorno del Tax Free Day, lavorano per i consumi personali. Bolzano ha un Total Tax Rate del 57,5% (diciannovesima in Italia) e festeggia il Tax Free Day il 28 luglio: gli imprenditori lavorano 210 giorni per pagare le tasse e 155 per le proprie spese.

Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige, evidenzia la disparità di trattamento territoriali: “Dai 135 comuni analizzati è emersa una situazione anomala che deriva dal diverso atteggiamento dei comuni stessi nel prelievo soprattutto nella Tari e nell’Irap e che ci porterebbe piuttosto a dire ‘paese che vai tasse che trovi’. Si tratta di un’asimmetria forse inevitabile, che si ripresenta anche fra Trento e Bolzano, ma disdicevole su cui bisogna intervenire abbassando il prelievo fiscale, intervenendo su Irpef, sull’Imi altoatesina e sull’Imis trentina che sono le tasse maledette per gli artigiani”.

Il confronto con il resto d’Europa – prosegue Corrarati – è impietoso, il peso del fisco rende difficile alle imprese italiane tenere fronte alla concorrenza di quelle inglesi o polacche. Dal raffronto con sei altre capitali europee, Roma ne esce con le ossa rotte, la pressione è più alta solo a Parigi, dove però i servizi offerti solo ben diversi. È urgente intervenire per ridurre le tasse sulle piccole e medie imprese italiane, rendendo ad esempio deducibile l’odiosa Imu, che in Alto Adige si chiama Imi e in Trentino Imis, e rivedendo le aliquote catastali. Gli sgravi fiscali sono i veri contributi utili alle imprese”.

“È necessario – conclude corrarati – che nelle nostre Province si prosegua con la politica di affidare i lavori alle aziende locali. Dando lavoro si dà una mano nel mantenere continuità di commesse che permettano di far fronte al prelievo costante, che determina spesso una mancanza di liquidità nelle nostre ditte”.