Trasporti, il grido di allarme delle imprese del Piceno

Occorre che le misure di sostegno alla ripresa e resilienza nazionale arrivino fino al mondo dell’autotrasporto. Abbiamo tenuto aperti i canali commerciali ed industriali, usando tutta la nostra responsabilità e le nostre competenze ma ormai siamo stremati”. Il presidente di CNA Fita di Ascoli Piceno, Roberto Grazioli, lancia un appello alle istituzioni per indicare il crescente stato di difficoltà del comparto con le piccole e piccolissime imprese di trasporto merci e persone ormai allo stremo.

“Senza dare corso a misure di sostegno alla sopravvivenza delle imprese, in molte saranno costretti a chiudere – prosegue Grazioli – C’è poco da fare scelte strategiche se poi non si mantiene lo scheletro dell’economia reale che ha bisogno della matrice logistica fatta di imprese di trasporto”.

Alle difficoltà si aggiunge la possibilità che vengano emanati provvedimenti che non tengono nella minima considerazione il settore del trasporto merci e persona professionale. “Sono certamente interessanti le misure di riconversione motoristica dei nostri camion – afferma il presidente territoriale di CNA Fita – ma realisticamente occorre anche considerare che per tanti è veramente difficile immaginare di investire qualche centinaio di migliaia di euro. Occorre impostare una politica di rispetto ambientale che non assuma come dogma il motore elettrico, ma che piuttosto incentivi i minori consumi e la tutela dell’ambiente con le motorizzazioni esistenti come dimostrato da studi specialistici in materia. La transizione ecologica non può avvenire nel settore dei trasporti con il terrorismo dei mancati recuperi delle accise. Siamo già il paese d’Europa con il maggior più alto costo del gasolio ed è sempre più dura la permanenza sulla piazza degli autotrasportatori stressati anche dalla concorrenza dei vettori stranieri, concorrenza che non avviene, la maggior parte delle volte, rispettando la normativa internazionale sul cui controllo invochiamo un maggior impegno attenzione da parte degli organi competenti”.

Per il presidente territoriale di CNA Fita “è necessario risolvere le criticità nel comparto, definendo per via legislativa l’obbligo di recuperare gli aumenti del costo del gasolio e nei contratti con la committenza che va impegnata nel pagamento delle prestazioni di trasporto. Le imprese compiono miracoli organizzativi ogni giorno a fronte di una rete stradale e autostradale insidiosa dove diventa difficile rispettare i tempi di viaggio e di riposo. I rimborsi autostradali vanno riconosciuti alle imprese senza l’attuale soglia di accesso ai 200mila euro annui, meglio sarebbe revisionare i contratti tra lo Stato e i concessionari per rideterminare al ribasso il costo dei pedaggi. Anche su questo il costo di percorrenza della nostra rete autostradale è veramente in vetta alle classifiche europee”.

Grazioli interviene, poi, sull’attività di aggiornamento professionale: “Penso sia preferibile distribuire nell’arco dei 5 anni l’impegno delle 35 ore per l’aggiornamento della carta di qualificazione del conducente che oggi ogni operatore professionale deve svolgere sacrificando molto tempo. Come pure vanno previsti incentivi per conseguire patenti e qualificazioni ai giovani per un ricambio generazionale tra gli autisti ormai urgentissimo per le imprese”.

“Infine – conclude Grazioli – vanno rivisti i bacini ed i piani del trasporto pubblico locale. Abbiamo un’inedita occasione per ridisegnare un servizio efficiente e a misura di utente: coinvolgere le imprese private appare una necessità per garantire alla comunità un servizio pubblico capillare. Questa può essere una vera scelta ambientale: lasciare la macchina a casa favorendo l’utilizzo dei mezzi pubblici. Ed oggi garantendo il distanziamento necessario per contrastare diffusione del coronavirus”.