“La contraffazione è un fenomeno criminale. Va scardinata, pertanto, la concezione ormai radicata nella società per cui  comperare merci contraffatte è un atto accettato, naturale, che fanno tutti. Un fenomeno criminale che va affrontato non solo in termini repressivi, quindi, ma anche modificando l’orizzonte culturale dei consumatori, informandoli sugli effetti nocivi dei falsi per l’economia, la morale, la salute di noi tutti”. Lo afferma Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna, nell’audizione di fronte alla Commissione parlamentare sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

“Nel nostro Paese – spiega  – il mercato del falso genera un fatturato di oltre sei miliardi e mezzo. Riportare sul mercato legale la produzione dei beni contraffatti significherebbe, indotto compreso, 17,7 miliardi di produzione aggiuntiva, con 105mila occupati in più a tempo pieno e 5,3 miliardi di entrate fiscali. Non solo. Si eviterebbero conseguenze gravi sulla sicurezza e la salute degli italiani. Dal cibo alla componentistica, dai cosmetici ai farmaci, dagli occhiali ai rubinetti le contraffazioni, infatti, non tutelano i consumatori”.

“La contraffazione non interessa più solo i prodotti griffati  e danneggia soprattutto le imprese più piccole – conclude Vaccarino – E per questo la Cna, anche attraverso le sue strutture periferiche, è impegnata in un’azione di contrasto e di tutela dei marchi di origine e di indicazione delle merci  e, più in generale, del Made in Italy. La contraffazione assume aspetti nuovi ogni giorno che passa che richiedono, quindi, un continuo aggiornamento delle norme e degli strumenti di contrasto del fenomeno che devono rimanere una priorità del Paese”