Destinare gli introiti derivanti dal gettito fiscale atteso dalla Provincia grazie alla voluntary disclosure – tra 10 e 15 milioni di euro – alla creazione di un fondo di garanzia per il salvataggio delle piccole e micro imprese entrate in crisi di liquidità a causa dei mancati pagamenti da parte delle grandi aziende appaltatrici. La gestione del fondo potrebbe essere affidata alle cooperative di garanzia esistenti, con una previsione di copertura dell’80% della liquidità mancante alle piccole aziende.
È la proposta contenuta nella mozione presentata stamane (7 giugno 2016), in Consiglio provinciale, da Paul Kӧllensperger, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, e da Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV. La mozione verrà discussa domani pomeriggio dall’Aula.
“CNA-SHV e M5S – ha precisato Corrarati – stavano lavorando separatamente alla stessa proposta. Quando abbiamo capito che le due proposte convergevano, abbiamo deciso di collaborare al di là delle ideologie partitiche”.
Il consigliere Kӧllensperger ha illustrato il testo della mozione. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, a livello nazionale le 129.565 istanze di rientro dei capitali detenuti all’estero comportano la regolarizzazione di 59,5 miliardi di euro, che, con aliquote medie prudenziali e al netto di interessi, determinerebbero un gettito fiscale di 3,8 miliardi per lo Stato. Per la Provincia di Bolzano, le istanze presentate sono 1.114, pari allo 0,86% del totale nazionale, con attività estere pari a 395,88 milioni di euro, dei cui 97,07 milioni rientrati in Italia. Il gettito fiscale extra stimabile per la Provincia è tra i 10 e i 15 milioni di euro. “Capitali nascosti al fisco – ha detto Kӧllensperger – il cui gettito fiscale aggiuntivo andrebbe ora destinato al settore maggiormente colpito dalla pressione fiscale insostenibile, anche per colpa di chi evade: le piccole e micro imprese”.
“Le nostre Pmi – ha aggiunto Corrarati – non hanno portato capitali all’estero e pagano le onerose tasse sul territorio: soldi che, grazie all’Autonomia, rimangono in Alto Adige. Adesso meritano di essere aiutate, soprattutto quelle che sono andate in crisi di liquidità perché non pagate per prestazioni e forniture rese in subappalto ad aziende più grandi, a loro volta in crisi o, ancor peggio, fallite. Attualmente, il 70% delle pratiche esaminate dalle cooperative di garanzia riguarda la ristrutturazione dei debiti con le banche. Risolvere il problema della liquidità con una soluzione come quella proposta nella mozione, consentirebbe alle aziende di concentrarsi sugli investimenti e sulla creazione di nuovi posti di lavoro”.
Kӧllensperger e Corrarati hanno concluso auspicando che “non trattandosi di una mozione ideologica, la proposta possa raccogliere ampio consensi in Consiglio provinciale”.