Zona Gialla Dpcm, le chiusure sono una realtà ma del decreto ristori non c’è traccia

“Il mondo della ristorazione vuole tornare a lavorare, sempre nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza, ma se il Lazio tornerà in zona gialla, è necessario avvertire per tempo gli imprenditori, permettendo loro di organizzare tempestivamente quanto necessario alla riapertura. Parliamo non solo degli approvvigionamenti, ma anche della gestione e dell’attivazione del personale e di tutte le procedure relative al rispetto delle norme di distanziamento e sicurezza.” Con queste parole il presidente della CNA di Roma, Michelangelo Melchionno, la possibilità per il Lazio di passare in zona gialla da domenica 31 gennaio.

Il Lazio è in zona arancione dal 15 gennaio e già dalla scorsa settimana l’indice Rt era già tornato sotto la soglia di sicurezza fissata a quota 1. Se l’Istituto Superiore di Sanità confermerà i dati  anche per questa settimana si dovrebbe tornare in zona gialla. Il Dpcm prevede che “la permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova classificazione”. Il nodo verrà sciolto domani, venerdì 29 gennaio.

“Nell’ottica della riapertura – continua Melchionno –  chiediamo che si possa intervenire aiutando una delle categorie che sta maggiormente soffrendo le conseguenze delle restrizioni dovute al Covid 19. Proponiamo in questo senso di dare continuità all’attività dei ristoranti, permettendo lo svolgimento del servizio anche fino alle 21,30. Magari mettendo alcune condizioni che possano garantire ulteriormente la salute dei cittadini, quali la prenotazione obbligatoria, una piccola ulteriore riduzione degli spazi, consentendo un maggior distanziamento e il divieto del consumo di alcol sulla via pubblica al fine di evitare assembramenti fuori dai locali”.