Le difficoltà delle ultime settimane legate ai prezzi energetici fuori controllo e agli ostacoli negli approvvigionamenti hanno rafforzato tra le piccole e medie imprese del Trentino Alto Adige il convincimento che la strada da seguire è quella delle fonti rinnovabili. Il dato è emerso dal sondaggio condotto da CNA Trentino Alto Adige nelle ultime settimane e che ha coinvolto in regione una cinquantina di aziende di diverse tipologie (dal settore edilizio a quello delle lavasecco, dai saloni per la cura della persona alle imprese di installazioni). Il dato da cui partire è quello degli aumenti dei costi dell’energia fornita, nella maggior parte dei casi, da un fornitore locale. Tutti gli intervistati hanno registrato nella bolletta di marzo un aumento rispetto a quella precedente. Un incremento che varia, in base all’attività, da un qualche centinaia di euro fino, in alcuni casi, a migliaia di euro. La soluzione? Per il 60,5% degli intervistati bisogna puntare sul fotovoltaico e sarebbe interessante installare un sistema di accumulo che renda efficiente il sistema di produzione del fotovoltaico per arrivare all’autonomia energetica aziendale. Il 79% delle aziende altoatesine che hanno preso parte al sondaggio inoltre ha dichiarato di essere disposto ad un investimento per diverse tipologie di impianti fotovoltaici (con sistema di accumulo o con pompa di calore) nel caso fossero previsti incentivi.

“Dati che dimostrano – spiega il presidente di CNA Trentino Alto Adige, Claudio Corrarati – che occorre guardare oltre l’emergenza e disegnare ora la road map per sostenere anche le piccole e medie imprese in questa sfida dell’autoproduzione. Come avvenuto già con la pandemia, anche questa nuova crisi, questa volta legata all’approvvigionamento energetico e di materie prime, ha come vantaggio di incentivare il cambiamento. Le imprese chiedono un intervento, dove possibile, delle aziende energetiche locali. Come CNA chiediamo che vengano attivate tutte le possibili strade per arrivare ad un’autonomia di gestione energetica”. A livello nazionale CNA stima che in poco tempo i piccoli impianti per l’autoproduzione possono far risparmiare oltre 2 miliardi di mc di gas l’anno, pari a quasi il 10% di quanto importiamo dalla Russia.

Comunità energetiche

Il 76,7% delle aziende intervistate si è detto interessato alla realizzazione di una comunità energetica, ovvero un’associazione composta da enti, aziende, attività commerciali che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. “Questa rappresenta una grande opportunità, ma le procedure per avviarla sono complesse – spiega il direttore di CNA-SHV Alto Adige, Gianni Sarti – Una semplificazione della normativa potrebbe incentivare le aziende a riunirsi in comunità energetiche”.

CNA-SHV Alto Adige, che ha già incontrato nelle scorse settimane i tecnici dell’ufficio Energia della Provincia, ha stilato una lista di priorità per aiutare le aziende in questa fondamentale, e non più rinviabile, transizione ecologica:

1) Fondo provinciale per autoconsumo. Istituzione di un fondo ad hoc per promuovere la produzione di energia elettrica rinnovabile e l’autoconsumo per le piccole e medie imprese. Il fondo dovrebbe alimentato dagli utili delle società energetiche locali.

2) Contributo a fondo perduto per imprese energivore a prescindere dalla classe dimensionale e dalla classe energetica dell’edificio pari al 20-30% dei costi ammissibili per l’installazione di impianti fotovoltaici e al 30-40% dei costi ammissibili per l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo

3) Contributo progressivo a scalare in 5 anni per l’installazione di impianti di produzione energia e accumulo che consentano un’autonomia energetica certificata al 60% dei consumi aziendali

4) Sistema premiale a carico della società partecipata Alperia per energia a tariffe scontate a compensazione della produzione aziendale

5) Istituzione di una task force presso un’agenzia o società partecipata dalla Provincia per il disbrigo pratiche legate alla creazione di una comunità energetica 2attualmente a carico delle ditte installatrici e dei committenti (Agenzia CasaClima o Alperia)

APE

Per intervenire nel breve periodo e risparmiare sui costi di luce e gas CNA-SHV Alto Adige consiglia di aderire al consorzio APE, realizzato insieme a CNA Veneto e altre CNA del Nord-Est. Si tratta di un sistema coordinato di aziende che riesce a ottenere i massimi risparmi in virtù della forza aggregativa.

Si rivolge a tutte le imprese piccole, medie e grandi, alle ditte artigianali e industriali, alle attività commerciali e di servizi. Il referente in regione del consorzio APE, Gianni Sarti, non ha dubbi: “Siamo sempre più convinti che la strada del consorzio intrapresa molti anni fa, sia stata quella giusta. Il consorzio APE effettua annualmente una gara tra i principali enti fornitori di energia, in modo da individuare il più conveniente e quindi far applicare ai propri aderenti le migliori tariffe, verificando inoltre nel corso del tempo la correttezza delle fatture che il fornitore prescelto invia ai clienti”.

Per verificare la convenienza di aderire al Consorzio APE (Aziende Per l’Energia) è sufficiente inviare l’ultima fattura dell’energia elettrica e/o gas alla CNA-SHV (mail: sarti@shv.cnabz.com) e attendere la verifica del tecnico per poi valutare il prevedibile risparmio.

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