Maggior ricorso alle procedure negoziate per lavori fino a un milione di euro, semplificazione delle normative, stop al criterio del massimo ribasso. A chiederlo è Cna Costruzioni, che in una lettera inviata a tutti i Comuni umbri avanza diverse proposte, presentando un vero e proprio decalogo per facilitare l’accesso delle piccole imprese alle gare di appalto pubbliche.

“È inutile farsi illusioni – afferma Mario Riccioni, presidente regionale di Cna Costruzioni – senza un rilancio del settore delle costruzioni non ci sarà alcuna vera ripresa. Ma per ridare fiato al comparto, oggi in forte sofferenza, occorre rilanciare gli investimenti pubblici e semplificare le procedure, a cominciare da quelle per l’accesso agli appalti. E questo vale soprattutto per le piccole imprese, che pur rappresentando oltre il 70% di quelle operanti a livello regionale, oggi devono accontentarsi delle briciole, quando ci sono! Ecco perché bisogna cambiare regole e prassi. Innanzitutto chiediamo che si ricorra maggiormente alla procedura negoziata per i lavori fino a un milione di euro, nonché alla suddivisione in lotti funzionali degli appalti superiori ai cinque milioni. Altro aspetto di vitale importanza è che si limiti l’aggiudicazione delle gare secondo il principio del massimo ribasso. L’esperienza ci ha ampiamente dimostrato che non solo non si risparmia, ma non si garantiscono nemmeno la qualità e l’effettiva realizzazione delle opere. Occorre invece adottare, specie per gli appalti più importanti, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prendendo in esame anche fattori di tipo qualitativo e progettuale e favorendo forme di partenariato pubblico-privato”.

“Ai Comuni chiediamo anche – aggiunge Pasquale Trottolini, responsabile della categoria – di ridurre gli oneri amministrativi, prevedendo un maggior ricorso a procedure semplificate e proporzionali all’entità dei lavori (anche per quanto riguarda la pubblicità delle gare) e incentivando l’utilizzo delle autocertificazioni, almeno nelle fasi preliminari. Sarebbe inoltre molto importante istituire un elenco di imprese fiduciarie da consultare e invitare alle gare, tenendo conto anche di criteri reputazionali legati, ad esempio, all’utilizzo di manodopera interna, alla dotazione tecnica, al rispetto delle normative sulla sicurezza e sull’ambiente, valorizzando le imprese serie e affidabili del territorio. Badando a garantire – specifica Trottolini – anche il rispetto del principio di rotazione delle imprese da invitare”.

“È ovvio che su alcuni punti serve una riforma nazionale – chiarisce Riccioni -, ad esempio per introdurre una quota di riserva per le piccole imprese, pari almeno al 30%, nell’affidamento dei lavori pubblici, principio sancito dalle nuove direttive comunitarie e dallo Small business act. Ma alcune cose sono attuabili già oggi da parte dei Comuni che, pur facendo i conti con i paletti del Patto di stabilità e la diminuzione delle risorse, continuano a essere un importante punto di riferimento per le nostre imprese”.

 

In sintesi le 10 proposte di CNA Costruzioni

  1. Procedura negoziata per l’affidamento di lavori fino a 1 milione/€
  2. Suddivisione in lotti funzionali per i lavori superiori ai 5 milioni/€
  3. Stop all’aggiudicazione delle gare con il criterio del massimo ribasso
  4. Aggiudicazione delle gare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa
  5. Semplificazione e autocertificazione
  6. Istituzione elenco di imprese fiduciarie da consultare e invitare alle gare con principio di rotazione
  7. Introduzione di criteri reputazionali e territoriali
  8. Pubblicità proporzionale all’entità dei lavori
  9. Obbligo sopralluogo e presa visione documenti all’atto della formulazione dell’offerta.
  10. Quota di riserva (almeno il 30%) per le piccole imprese nell’affidamento dei lavori pubblici