“Il vento soffia a favore delle donne, non sprechiamo occasioni e soprattutto non rallentiamo la corsa. Per le imprenditrici della CNA la strada maestra verso la parità di genere non può che passare attraverso la promozione della cultura del lavoro e in particolare dell’autoimprenditorialità”. Così Mariella Triolo presidente nazionale di CNA Impresa Donna, all’Abruzzo Economy Summit.

L’evento in programma fino ad oggi  all’Aurum di Pescara, giunto ormai, alla terza edizione, favorisce  l’opportunità di incontri, relazioni e collaborazione fra tutti gli attori del territorio abruzzese: imprese, banche, professionisti, associazioni, istituzioni. In particolare, il Summit offre contenuti e focus su imprese e imprenditori con l’obiettivo di tematizzare i problemi e i bisogni per creare le condizioni affinché si possano trovare risposte adeguate, utili a orientare le politiche economiche della Regione.

La presidente Triolo, in un panel dedicato in esclusiva, è intervenuta su “PNRR, imprenditoria femminile e conciliazione vita-lavoro”. “Produrre e riprodurre qualità della vita – ha dichiarato – è un bene primario alla base di ogni comunità civile. Auspico che si possa andare verso un welfare accessibile per tutti e ovunque, indipendentemente dalla condizione sociale familiare e professionale, tenendo conto della progressività dei contributi calibrati sulla redditività di chi vi accede: sostanzialmente accessibile a chi ne ha bisogno, per essere contribuito secondo la logica della progressività equilibrata”.

La leader di CNA Impresa Donna guarda alle condizioni più difficili, ai bisogni delle famiglie con minori e anziani: “per loro, oltre ad aumentare la rete dei servizi di sostegno familiare, va introdotta anche una misura che consente il recupero in dichiarazione dei redditi del costo sostenuto dalle famiglie per l’acquisto di tali servizi. È importante ricordare che il welfare crea occupazione, quindi economia, e non può più essere considerato una necessità solo per le donne, ma piuttosto un elemento chiave del nostro modello sociale e di sviluppo”.

Secondo l’ultima classificazione Ocse 2022, l’Italia è al primo posto nella classifica mondiale dei Paesi che garantiscono un ottimo equilibrio tra vita professionale e vita privata, ma il rapporto considera le ore lavorative ei momenti dedicati al tempo come i principali indicatori gratuiti. Un’analisi più approfondita, però, conferma che in Italia il numero di lavoratori che lavorano 50 o più ore settimanali è solo il 3%, rispetto alla media degli altri Paesi Ocse che è invece del 10%. “Tra le Pmi del nostro Paese – sottolinea Triolo – ci sono realtà virtuose, che da sempre prestano grande attenzione al valore delle persone e al loro benessere psico-fisico. Alcuni, prima di altri, hanno avuto la grande intuizione, poi confermata dai dati statistici, che investire nel capitale umano è una scelta che ripaga sempre perché capace di innescare circoli virtuosi di crescita umana e professionale. Le difficoltà però non mancano. Innanzitutto per quanto riguarda conciliazione e welfare: abbiamo ben chiaro come le esigenze di conciliazione vita e lavoro incidano sul livello di problematicità delle imprese femminili”.