CNA Alimentare condivide la posizione espressa dal Ministero della Salute sulla necessità di ridurre le quantità giornaliere di sale, che nel nostro Paese rimangono ancora alte mettendo a rischio la salute dei cittadini, con incidenza sulle malattie cardiovascolari. Già diversi Operatori del Settore Alimentare come i panificatori, hanno aderito alle campagne sulla riduzione del sale nella preparazione del pane.. Nel nostro Paese il consumo di sale quotidiano pari a 11 grammi per i maschi e 9 grammi per le donne,. Mentre le quantità consigliate dall.OMS sono 5 grammi/giorno per gli uomini e 4 per le donne.

Il sale è uno degli additivi alimentari più utilizzati per conservare e/o dare sapore ai cibi che mangiamo ogni giorno. Un grammo di sale contiene all’incirca 0,4 grammi di sodio. In condizioni normali, il fabbisogno quotidiano di sodio per una persona adulta varia da 100 a 600 milligrammi, che corrispondono pressappoco a 0,25-1,5 grammi di sale. Il limite di sodio accettabile per una persona adulta è comunque fissato intorno ai 2400 mg, ovvero 5-6 grammi di sale al giorno.

Il sale fa male quando viene assunto in eccesso perché un apporto elevato di sodio nella propria dieta può causare diversi problemi di salute tra cui: pressione sanguigna alta (ipertensione), aumento del rischio di malattie cardiache, osteoporosi, e in alcuni casi obesità per via del fatto che il sale spinge a consumare più bevande, soprattutto dolci o comunque zuccherate.

Un apporto adeguato di sale fa bene al nostro organismo dato che il sodio è un minerale necessario per il corretto funzionamento del corpo umano. Innanzitutto, il sodio regola la trasmissione dell’impulso nervoso, contribuisce a mantenere buono il livello idrico corporeo nonché a regolare l’equilibrio acido-base e la permeabilità delle membrane cellulari. Durante i periodi caldi, soprattutto in estate, si può aumentare l’apporto giornaliero di sale fino a 6 grammi per evitare la comparsa di crampi, la stanchezza mentale, e lo scarso appetito.
http://www.piuvivi.com/alimentazione/quanto-sodio-sale-al-giorno-si-puo-mangiare.html

Sale e malattie cardiovascolari, le precisazioni del Ministero della Salute

La questione sale (o sodio) nella dieta è da sempre oggetto di dispute circa il corretto apporto quotidiano attraverso la dieta. C’è infatti chi ritiene si debba drasticamente tagliare il quantitativo di sodio assunto e chi, più cauto, asserisce che basta seguire le linee guida. Ora, arriva un nuovo studio a opera dei ricercatori della canadese McMaster University che ritiene la dose giornaliera raccomandata troppo bassa. Per questo motivo, e per evitare che qualcuno si faccia condizionare, il Ministero della Salute ha ritenuto opportuno fare alcune precisazioni a tutela della salute pubblica.

Quantità dannose
Il curioso dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, che riporta l’associazione tra apporto alimentare di sodio in alcuni campioni di popolazione e l’incidenza di eventi e morti cardiovascolari, è che i ricercatori ritengono che i livelli di consumo di sale raccomandati dallelinee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero troppo bassi e addirittura dannosi per molte persone. Per contro, sarebbero invece corretti i consumi giudicati eccessivi dall’OMS e dalle Linee Guida per una sana alimentazione di molti Paesi, Italia compresa. Per questo motivo, il Ministero della Salute ha ritenuto opportuno fare alcune precisazioni a tutela della salute pubblica.

Molte evidenze
Secondo gli esperti del Ministero della Salute, gli autori dell’articolo con tutta probabilità non hanno tenuto conto o ignorano che «le linee guida sono state elaborate sulla base di consolidate e vaste evidenze di letteratura scientifica». A seguito dell’articolo, The Lancet è stata sommersa da molte critiche e commenti negativi, tra cui anche da parte dell’American Heart Association. La principale accusa sarebbe quella di aver pubblicato «un lavoro frutto di una ricerca di scarsa qualità e dalle conclusioni infondate e potenzialmente pericolose per la salute pubblica, potendo causare confusione e incertezze tra i cittadini», si legge nella nota del Ministero.

La posizione delle autorità sanitarie
Tra i commenti all’articolo, il Ministero «segnala la presa di posizione della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e del Gruppo di Lavoro Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sale in Italia (GIRCSI) che hanno espresso e motivato un giudizio negativo sulla qualità dello studio. Nel condividere la valutazione espressa dalla SINU e dal GIRCSI, si ribadisce che un consumo eccessivo di sale è fra le cause dell’insorgenza di gravi patologie dell’apparato cardiovascolare, quali l’infarto del miocardio e l’ictus, correlate all’ipertensione arteriosa ed è anche un fattore predisponente per la Malattia Renale Cronica».

Ridurre il sale perché gli italiani ne consumano troppo
La riduzione dell’apporto di sodio nell’alimentazione è una priorità condivisa sia dall’OMS che dall’Unione Europea, e fa parte delle strategie di prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. «Nel nostro Paese – si legge ancora nella nota del Ministero – i dati più recenti indicano un consumo di sale quotidiano pari a 11 grammi per i maschi e 9 grammi per le donne, oltre il doppio dei livelli raccomandati dall’OMS. Anche il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, documento centrale della pianificazione per la prevenzione del nostro Paese, ha previsto nell’ambito del macro obiettivo Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie croniche non trasmissibili lo sviluppo di interventi volti a ridurre nella popolazione il consumo di sale con l’alimentazione. Tutte le Regioni, pertanto, sono impegnate per il conseguimento di tale importante obiettivo di salute pubblica attraverso interventi nei setting previsti (scuola, luoghi di lavoro, comunità e strutture sanitarie)».