Nel 2015 il prelievo fiscale dei principali Comuni umbri nei confronti delle imprese cresce per il quinto anno consecutivo. È questo il dato inequivocabile che emerge dalla nuova indagine sulle imposte locali su persone fisiche e attività d’impresa applicate dai principali Comuni della regione nel 2015, condotta da CNA Umbria in collaborazione con il Centro studi Sintesi. Infatti, seppure di poco, il prelievo operato dai Comuni nell’anno in corso aumenta ancora rispetto al 2014, andando a sommarsi alla straordinaria impennata registratasi a partire dal 2010.

“Al di là dell’incremento dell’ultimo anno, che ad alcuni potrebbe apparire insignificante, ciò che noi valutiamo grave è la tendenza generale, che ancora una volta è quella di colpire pesantemente le imprese. Infatti le aliquote Ici/Imu +Tasi applicate nei Comuni, aumentate per le imprese artigiane del 114% nell’ultimo quinquennio, raggiungono quasi ovunque il tetto massimo, e in alcuni casi vanno addirittura oltre”. Ad affermarlo è Roberto Giannangeli, direttore di CNA Umbria, che commenta così i risultati della nuova ricerca realizzata dall’associazione dopo quella condotta a fine 2013.

Si tratta – prosegue Giannangeli – di imposte che prescindono dalla reale ricchezza delle imprese della regione, andando invece a colpire un patrimonio immobiliare in base a rendite catastali spesso largamente superiori ai reali valori di mercato”.

Anche sul fronte dello smaltimenti dei rifiuti – aggiunge Marco Boschetto, responsabile dell’area fiscale della CNA – di fronte a una tassa che negli ultimi anni ha cambiato nome più volte, l’unica costante è stata quella di un aumento progressivo del costo del servizio (+ 24% negli ultimi 4 anni). È vero che i regolamenti comunali, anche grazie alle battaglie di associazioni d’impresa come la CNA, prevedono da qualche tempo delle riduzioni forfetarie delle superfici sottoposte a tassazione in virtù del fatto che su di esse si producono rifiuti speciali smaltiti separatamente, e a caro prezzo, dalle imprese, ma è altrettanto vero che, in barba alla tanto declamata semplificazione, ne possono beneficiare solo le imprese che ne facciano espressamente richiesta e senza possibilità di rimborso per le eventuali eccedenze versate in precedenza! Una situazione surreale, in cui spesso le imprese hanno pagato il servizio due volte e dove la legge impone a chi è in regola di coprire anche le morosità altrui ”.

Accanto alle imprese, in questi anni anche le famiglie hanno pagato un caro prezzo in termini di imposte: + 35% l’aumento dell’addizionale comunale Irpef registrata dal 2010 ad oggi, e tasse sugli immobili che negli ultimi due anni hanno superato i valori raggiunti nel 2012, quando l’Imu fece la sua comparsa.

“Siamo molto preoccupati – prosegue Boschetto – di ciò che potrebbe avvenire anche nell’immediato futuro, perché se è vero che si va verso l’abolizione della tassa sulla prima casa, e se è altrettanto vero che continua inesorabile il taglio dei trasferimenti statali verso gli enti locali (diminuiti, nei 18 Comuni umbri presi in esame, del 56% dal 2010), dove reperiranno le Amministrazioni locali le risorse che verranno a mancare dalle loro casse? Il nostro timore è che a pagare siano ancora una volta le imprese, soprattutto le piccole. Ma anche le famiglie più deboli qualora i Comuni ritocchino al ribasso le fasce di esenzione dalle imposte (Irpef)”.

“Siamo d’accordo – va avanti Giannangeli – con chi, a livello nazionale, sta lavorando per ridurre le tasse su famiglie e imprese, ma il rischio è che calino quelle dello Stato e aumentino quelle locali. Noi crediamo che per arrivare a una riduzione effettiva delle tasse per tutte le imprese è indispensabile passare dal taglio dei costi della pubblica amministrazione, a cominciare dalla chiusura di società ed enti pubblici inutili. Non ci sono altre strade o scorciatoie. Né rimane molto altro tempo a disposizione. Perché – conclude il direttore di CNA Umbria – o ripartiamo adesso o mai più”.