“Una delle priorità del Paese deve essere il ‘disboscamento’ di tante procedure inutili della burocrazia, che in Italia ingabbiano le imprese”. A sottolinearlo Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA, intervenendo all’assemblea di CNA Parma. “Purtroppo non esistono terapie universali, è un processo lento e faticoso – prosegue – ma di fronte a una burocrazia che forse non ha eguali nel mondo occidentale, che disincentiva gli investimenti e lo spirito imprenditoriale, bisogna attuare un cambio di passo. Una burocrazia eccessiva, difficile e complessa che varia da regione a regione. È uno dei principali problemi che i nostri investitori esteri pongono all’Italia. È difficile fare impresa perché non si ha la certezza delle prospettive dell’investimento”
Concetti espressi nel corso dell’assemblea dal titolo “Burocrazia, una zavorra per le imprese dalla quale sembra che nessuno voglia seriamente liberarle”, a cui Silvestrini ha partecipato insieme al presidente della Provincia, Diego Rossi, a Cristiano Casa, assessore comunale alle Attività produttive, e al sindaco di Fidenza, Andrea Massari.
Nel corso dell’assemblea il segretario generale della CNA ha ribadito che “l’Italia è un Paese che non crede nel futuro”, una tendenza che si può rovesciare solo grazie agli investimenti delle imprese e a una ripresa dei consumi. Per fare questo, però, servono provvedimenti che non solo semplifichino le pratiche burocratiche ma anche e, soprattutto, che facciano diminuire la pressione fiscale, “la più alta d’Europa, arrivata quasi al 60%”, che non regge il confronto rispetto a uno Stato come la Germania dove si attesta invece al 40%.
Bisogna, quindi, “dare fiducia al cittadino e all’impresa e colpirla eventualmente, se si comporta male, solamente in seguito: ma all’inizio autocertificazione e disbrigo degli affari senza complicazioni particolari”, perché “una piccola impresa spende non meno di 5mila euro all’anno di costo burocratico solo fiscale e aumenta a 22 miliardi il costo globale. Sono solo queste poche cifre che ci danno l’idea di che tipo di disboscamento dovremmo attuare”, ha sottolineato Silvestrini.
Sebbene CNA abbia “apprezzato il fatto che sia stato impedito l’aumento dell’Iva” nella manovra bisogna cominciare a ragionare sul fatto che “l’anno prossimo le clausole devono essere sciolte in altro modo perché altrimenti non si farà più politica economica in questo Paese”. Secondo Silvestrini, “è positiva la reiterazione di tutte le misure per impresa 4.0, degli incentivi rivolti al verde e all’edilizia, ma “questa manovra non dà particolare respiro e sviluppo all’economia del Paese. È ancora una manovra difensiva, per vincoli europei, per la complessità dei nostri vincoli di bilancio, certamente… Ma sono vent’anni che il nostro Paese non cresce”. Per questo è necessario “mettere in atto delle soluzioni importanti, anche drastiche, cercando di iniettare nel sistema investimenti sia pubblici che privati”, perché “questo è un Paese che investe poco e senza investimenti non si cresce“. Di pari passo, “consuma poco, perché non crede al futuro e qui c’è bisogno di stimolare i consumi, c’è bisogno di stimolare la domanda”
Una scarsa fiducia che si riflette nella manovra, in particolare per due elementi: “Non ci sono misure dedicate allo stimolo del credito nei confronti di micro imprenditori” ed è rimasto l’articolo 10 del decreto Crescita, quello che prevede lo sconto immediato in fattura in sostituzione dell’Ecobonus, “che speriamo possa essere abrogato perché metterebbe davvero in grandissima difficoltà le nostre imprese, favorendo le filiere lunghe, favorendo le grandi imprese, ma punendo le nostre piccole imprese”. Certamente l’auspicio di Silvestrini sarebbe di ottenere “meno fisco e burocrazia per le imprese“, ma la speranza reale è però un cambio di atteggiamento, che “non veda nel mondo delle micro imprese e dell’artigianato la metafora dell’evasione fiscale in questo Paese. Siamo stanchi di questo e davvero pensiamo che un atteggiamento di questo tipo sia punitivo, non tanto per il nostro mondo ma per i livelli economici del nostro Paese. Punitivo di uno stimolo all’imprenditoria, all’efficienza, all’impresa. E ingiusto. Noi ci stiamo battendo orgogliosamente al fianco dei nostri imprenditori, per far prevalere ciò che siamo: un grande comparto economico che dà fiducia, dà forza e crea occupazione e reddito in questo Paese”, conclude Silvestrini, che davanti alla platea di CNA Parma spiega il concetto con un semplice paragone: “Invece di avercela con l’idraulico, facciamo pagare un po’ di tasse a Google, che ne paga sicuramente meno degli idraulici”.