Le imprese artigiane sono capillarmente presenti in tutti i settori produttivi, sia industriali che di servizio. Questa presenza corrisponde a due elementi distintivi, uno universalmente riconosciuto da tanti anni, un altro forse non sufficientemente rimarcato:

  • è noto che tra le imprese artigiane si collocano le protagoniste di quella produzione manifatturiera che genera il Made in Italy più riconosciuto e apprezzato sui mercati esteri. Stile, creatività, ancoraggio territoriale, accuratezza e precisione, innovazione nella tradizione, sono gli elementi alla base del successo di queste imprese;
  • per contro, non è altrettanto diffusa la consapevolezza che le imprese artigiane rappresentano l’ “ossatura manutentiva” del nostro Paese, un presidio di lavoro minuto, disponibile sempre e dovunque, che genera sicurezza e continuità per tutti coloro che ne fruiscono, siano essi cittadini, imprese, amministrazioni pubbliche.

Questo secondo aspetto, sicuramente meno noto e forse meno “scintillante” del primo, va tuttavia assumendo una rilevanza particolare in questo primo scorcio del nuovo millennio. Il “presidio della manutenzione” è fondamentale per due motivi, molto diversi tra loro ma ugualmente importanti:

  • da un lato perché è uno dei pilastri della transizione ecologica, in tutti gli aspetti e in tutti gli ambiti in cui può essere oggi declinata;
  • dall’altro perché è il presupposto per la modernizzazione e la messa in sicurezza del Paese, sul fronte delle opere pubbliche obsolescenti, della vetustà del patrimonio immobiliare pubblico e privato, della tutela idro-geologica, della cura del territorio in senso ampio.

L’analisi realizzata dall’Area Studi e Ricerche e dal Dipartimento Politiche Ambientali di CNA individua i settori di attività dove l’attività di manutenzione rappresenta il “core” delle imprese, stimando che circa 600mila imprese siano impegnate su questo fronte.