Crisi di Governo, guerra, inflazione, aumento dei costi dell’energia e mancanza di materie prime. Secondo il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni, “Si tratta di un mix esplosivo che rischia di lasciarci di fronte un autunno a dir poco bollente”. Per Bordoni “In mezzo a tanta incertezza, a crescite del Pil drasticamente ridimensionate rispetto alle previsioni, resistono solo i dati dell’export. Un caso virtuoso è quello della provincia di Pesaro e Urbino nella quale si registrano numeri forse meno eclatanti che altrove ma che confortano e che lasciano ben sperare per il futuro”.

In provincia le esportazioni, secondo dati della Camera di Commercio, nel primo trimestre del 2022 sono cresciute mediamente del 19,2%, con vendite all’estero per 860,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021. Insomma, quasi un 20% in più; un dato, certo, non strabiliante ma che conferma anche il trend delle esportazioni del 2021 che nei primi trimestri (rispetto allo stesso periodo del 2020) erano cresciute in provincia al ritmo del 26%, dunque assai più velocemente del dato regionale (+12,7%).

I primi due settori per ammontare dell’export sono ancora la meccanica dei metalli di base e prodotti in metallo, a conferma della competitività della provincia nelle produzioni della meccanica. In particolare, se si considerano tutte le produzioni riconducibili alla meccanica, si vede che l’export manifatturiero della provincia è costituito per ben due terzi (66,9%) del totale, dalle esportazioni di questa tipologia di produzioni. Le esportazioni di mobili invece passano da 135 milioni nel primo trimestre del 2021 a 145 nel 2022, pari a +10%.

Nei dati 2022 fino a ora a disposizione l’export della provincia di Pesaro e Urbino risulta orientato in primo luogo verso la Germania, seguito dalla Francia, dagli Usa e dalla Spagna. Per tutti i primi dieci Paesi destinatari dell’export i primi 9 mesi del 2021 registrano elevati tassi di crescita tendenziale (riferiti cioè allo stesso periodo dell’anno prima). Unione Europea e Usa rappresentano le principali destinazioni dell’export pesarese e registrano in tutti i casi una crescita. I dati di più deciso aumento sono quelli degli Emirati Arabi Riuniti (+281,9%) e del Sud Africa (+516,7%). In questa lista che comprende i Paesi con almeno 10 milioni di euro di export dalla provincia, si registrano solo due casi di diminuzione: la Cina (-7,3%) e l’Arabia Saudita (-26,2%). Discorso a parte va fatto per l’export verso i paesi coinvolti dal conflitto (Russia principalmente ma anche Ucraina), verso i quali il volume delle esportazioni è pari a zero.

Per il presidente di CNA Pesaro e Urbino, Michele Matteucci, quel 20% in più di esportazioni suona quasi come un miracolo. “Con tutte le tensioni che stiamo vivendo e in un clima di totale, avere una crescita a due cifre lascia ben sperare anche per il resto dell’anno”.

“Certo – aggiunge Bordoni – il clima di gravi tensioni internazionali, unito ai mesi di campagna elettorale e di incertezza politica, agli scenari di guerra e alla spinta inflattiva contribuiscono non poco a rallentare la ripresa così come le esportazioni. Siamo al paradosso che molte aziende hanno ordini dall’estero a tutto il 2023 ma non possono evaderli per mancanza di materie prime. Occorre per questo dare stabilità politica e adottare tutte quelle misure di sostegno alle imprese e ai cittadini annunciate già annunciate dal Governo Draghi con il Decreto Aiuti bis. Come CNA vigileremo perché le imprese possano continuare a lavorare e a produrre per il Paese” ha affermato in conclusione Bordoni.